Stamattina non ho fatto altro che
pensare che la scorsa settimana è stata una grazia continua.
E’ proprio vero che c’è
qualcosa di positivo in questa quarantena e sicuramente il
riscoprirsi Chiesa è un dono immenso.
Cosimo lavora dallo studio, in
teleworking. Io e Chiara tra cucina e sala a giocare, cucinare e fare
attività e Pietro che dorme beato nella sdraietta e chiama al
bisogno.
Qui in Austria potremmo andare a
fare due passi fuori ma non ce la sentiamo di farlo tutti i giorni,
Chiara, in Italia sarebbe considerata “soggetto a rischio contagio”
mentre qui non sappiamo ed è per questo che l’ho tenuta a casa
dall’asilo già da prima che cominciasse la chiusura.
Essere tutti a casa e non vedere
nessuno ci pesa parecchio!
La cosa che mi sta mancando di
più è l’andare a Messa! Quel vivere l’Eucarestia, abbracciare
il parroco alla fine della celebrazione, il sentirsi parte di una
comunità.
Mi è arrivata su WhatsApp una
vignetta molto carina ma allo stesso tempo piena di una verità
profonda:
Il mondo al centro, il diavolo a
sinistra che dice tutto fiero “Col Covid19 ti ho chiuso le chiese”
e Dio che gli risponde “al contrario! ne ho aperta una in ogni
casa”.
Questo restare a casa però ci ha
fatto scoprire gesti che non abbiamo mai fatto.
Alzarci presto comunque per
seguire la S.Messa del Papa da Santa Marta tutte le mattine (o
quasi..quando Pietro ci fa fare le ore piccole è un po’ difficile)
e pregare insieme a lui, sopratutto la preghiera della Comunione
Spirituale..ma quanto è bella questa preghiera?!?..è scritta
apposta per situazioni rare ma in questo periodo è diventata una
preghiera quotidiana che mi risuona nelle orecchie tutto il
giorno...” io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere
che mi abbia mai a separare da te”, per una Marta come me, presa da
mille cose giornaliere è la preghiera perfetta in questo periodo!
Ci sono diventati familiari gesti
come l’apparecchiare la tavola con una tovaglia particolare,
mettere al centro il crocefisso e la Bibbia, far accendere a Chiara
la candela del Credo, celebrare in modo diverso tutta la Settimana
Santa, profumare la casa (purtroppo non di Nardo che tra l’altro
non ho ancora ritrovato!), vedere Chiara tutta eccitata la sera di
Giovedì Santo per la lavanda dei piedi, preparare la cena ebraica
(ragazzi dovete assolutamente mangiare l’Haroset!!!!!), seguire la
Via Crucis via streaming e gioire e vestirsi a festa per la Pasqua
anche se non si sta andando da nessuna parte!
In questo tempo in cui soffriamo
veramente perché non possiamo aprire la porta di casa ai nostri
amici, ci siamo resi conto che quest’anno è stato il Signore a
venire tutti i giorni a trovarci e a chiederci di stare con lui per
non farci sentire soli!
Per alcuni può sembrare solo una
catastrofe ma io oserei chiamare questo periodo un tempo di grazia!
Sono convinta che questa
situazione ci sta portando a far uscire il meglio di noi. Un’empatia
che prima non riuscivamo neanche ad immaginare. Partendo da una
canzone cantata e ballata sul balcone, arrivando col far la spesa per
i vicini, passando per un “si” detto ad un progetto con altre
donne e per la produzione biscotti per tutto il condominio, solo per
l’esigenza irrefrenabile di non lasciare indietro nessuno, per
sentirci meno soli, per sentirci utili agli altri, perché
diciamocelo, viviamo di relazioni e questo virus ci sta mettendo a
dura prova, ma “noi sappiamo che ci possiamo vantare delle
tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la
pazienza una virtù provata, e la virtù provata la speranza.”
Queste parole, non mie ma di San Paolo ci servono per ricordarci che
le turbolenze esistono ma che poi passano e ci rendono più forti
perché abbiamo imparato a rallentare i ritmi e ad apprezzare anche
le difficoltà.
Cara Giorgia, la nuova grafica del blog è bellissima! Come tutti i vostri articoli!
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