Donna e madre: considerazioni di "parti migliori" e vocazione

 

  


Eccomi qui!
Lo so, ormai sono quasi 6 mesi che non scrivo sul blog!

Mi sono arrivati tanti messaggi! Grazie a tutti!
Come sapete, ci siamo concentrati su di noi e sui bimbi!

Ora però, in questo mese di Maggio, dedicato a Maria e un po’ a tutte noi donne, mi sono saltati agli occhi alcuni fatti e ho deciso di scrivere…

Forse avrò un po' rotto le scatole con Marta e Maria e tutto il loro discorso, ma sono ormai mesi che mi rendo conto di una cosa: il Signore mi sta chiamando a sedermi per terra a contemplare i miei figli che giocano e a partecipare alla loro crescita stando ferma in un punto e non faccio altro che pensare a quel pezzo di Vangelo e alla “parte migliore”. Io sono una Marta dentro, non riesco a stare ferma un attimo, devo fare, devo girare: l’inquietudine fa parte di me, anche nel sonno, eppure mi sono resa conto che sono più felice e più tranquilla quando sto li ferma a vederli giocare e sorridere perché io sono li con loro.

Nei mesi scorsi, non mi potevo neanche allontanare da Pietro per bere un bicchiere d’acqua, che subito i suoi urletti mi richiamavano all’ordine! Le cose naturalmente cambiano, ora è più grande, la mattina va al nido, io ho sono più “libera” da loro e sbrigo le faccende, esco per una passeggiata (per la mia salute mentale e non) e ne approfitto per sgranare un rosario, oppure esco per delle commissioni, ma il pomeriggio siamo li, tutti e tre sul tappeto della sala a costruire delle torri, a sfogliare libri cartonati, ad ascoltare il verso degli animali, a scoprire i nomi delle cose, a fare un puzzle...

Ci sono delle mattine invece che resto a casa e recupero delle interviste (meno male che su youtube o IGTV si salva tutto) ed in questi giorni ho recuperato una bellissima intervista ad un’ostetrica ( la trovate sul profilo IG di Stile di Vita di una folle donnacattolica) che diceva che dobbiamo ritornare a capire qual è il ruolo della donna, e sopratutto della madre nella società.

Non c'è niente di male se sei una donna e non vuoi essere madre e vuoi che la società ti accetti per quella che sei,ma d’altra parte, non c'è niente di male se sei una donna e vuoi essere madre e vuoi che la società ti accetti per quella che sei.

Lei ha portato l’esempio delle telefonate che sicuramente almeno una volta abbiamo ricevuto da parte dei call center che fanno le statistiche sulla popolazione e alla domanda sulla professione/lavoro tu rispondi che sei una mamma e stai a casa e fai la casalinga quello che ci sentiamo dire dall'altra parte del telefono è “Ah! ma allora è disoccupata!” oppure “allora non fa niente”. Non so voi, ma io ci rimango davvero male! Non direi proprio che non faccio niente. Occuparmi di Pietro, occuparmi di Chiara, non è assolutamente una perdita di tempo, e non è assolutamente un non lavoro. Ci sono dei pre-concetti dei nostri confronti che sono davvero bruttissimi che hanno portato, come diceva questa ostetrica, citando Piero Angela e il suo libro “Perchè dobbiamo fare più figli” ad una glaciazione demografica in Italia che fa davvero paura!

Tutto questo è il risultato di anni e anni di “violenza psicologica” sulle donne che sono diventate madri, si diceva loro che non avevano dignità dentro casa, ma solo se tornavano “come prima”. Il fatto è che nessuna donna che è passata da una sala parto, o da una sala d’attesa per un’adozione, torna come prima! La mamma è mamma! Da quando è madre, è diventata responsabile di una persona al di fuori di lei, è diventata la formatrice indiscussa ( e che ne dicano certe associazioni) di un futuro cittadino!

Come ho già scritto in qualche altro articolo, qui in Austria, c’è un sostegno concreto alla mamma, alla famiglia in generale. Si da un tempo minimo di un anno, retribuito dall’assicurazione sanitaria, in cui la mamma può stare a casa col bambino nel suo primo anno di vita! Altro che asili nidi obbligatori prima del primo anno! Poi la mamma può scegliere se tornare al lavoro o meno. I papà hanno anche la possibilità di restare a casa, con una diminuzione di stipendio, ( tanto il sostegno arriva comunque) per occuparsi del bambino.

Quello che il 2020 ci ha insegnato, è che la società, le famiglie hanno retto, durante questa pandemia, grazie alle mamme, grazie alle casalinghe e come diceva questa ostetrica, nessuno si è inchinato, nessuno ha applaudito a queste figure! Nessuno ha detto grazie!

Ciliegina sulla torta, l’omelia di don Nikolaus, proprio nel giorno della festa della mamma...Siamo chiamati a dare tutto perché siamo chiamati a vivere una vita piena, di gioia piena!..e chi, meglio delle donne e delle mamme incarna queste parole?




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