Stacci!: ovvero Istruzioni per portare al meglio di sè l'altro




Devo solo dire Grazie! Devo solo dire Grazie a Dio se oggi sono viva, se oggi esisto.
Pensare che se un medico si fosse avvicinato a mia mamma, sulla sedia a rotelle da venti anni, in quel corridoio di ospedale e le avesse detto, che se voleva, poteva uccidermi. So che né lei, né papà hanno mai avuto questo pensiero. Loro si sono scelti, amati, così com’erano, con i loro punti di forza, i loro limiti, il loro essere disabili. Immagino gli sguardi della gente su di loro, mai nessuno li avrebbe chiamati coppia, figuriamoci famiglia. Loro si sono sposati nonostante i no della società, nonostante i no delle rispettive famiglie, nonostante il mondo, perché di questo mondo vedevano e vedono ancora il lato buono e sano.


Quando sono sola mi ritrovo a pensare a quanto hanno gioito scoprendosi in attesa di un'altra vita nella loro; di quanto quella piccola vita li potesse cambiare, incasinare, rendere eterni.
Mia mamma, una volta, mi disse che il suo desiderio, da sempre era quello di diventare madre, sia prima dell’incidente, a 14 anni, sia dopo. Il desiderio di famiglia non si è mai spento e nonostante i suoi problemi ha incontrato un’altra libertà - come direbbe Padre Giovanni - mio padre, anche lui con i suoi limiti ma con lo stesso desiderio. Qualcuno una volta mi ha chiamata “la figlia del miracolo”, ma io non mi sono mai sentita tale perché per i miei genitori era ed è normale che un uomo ed una donna, anche disabili possano avere dei figli.


Ognuno di noi è un miracolo. Ecco perché quando qualcuno sente la nostra storia e mi richiama in quel modo io rispondo che siamo tutti dei miracoli, i miracoli di Dio.  
I miei genitori, hanno detto il loro sì, ci sono stati, e ci sono ancora dentro quella promessa della vita eterna. Non bisogna credere che siano perfetti, quello no; la strada è comunque in salita, tra incomprensioni, angoli di carattere da smussare, il cercare di non modellare l’altro a propria somiglianza ma amarlo così com'è, come ci è stato dato. La parola chiave è “stacci” - come dice una mitica scrittrice cattolica che adoro - stacci, proprio lì, stai lì, mentre lei è in ospedale per l’ennesima operazione, stai lì mentre lui ti racconta della sua noiosissima giornata davanti al pc al lavoro, stai lì mentre lei ti racconta della telefonata con una sua amica della quale non ricordi né il nome né la faccia né se l’hai davvero mai incontrata, stai lì - o perlomeno nei dintorni del salotto- mentre lui guarda la partita. Stai lì perché non c'è cosa peggiore per un uomo di una correzione sbagliata da parte di noi donne che lo vorremmo plasmare a nostra immagine. Invece lui è a immagine di Dio. Il nostro compito è quello di svegliarlo, non di rintronarlo.
Noi dobbiamo utilizzare le nostre doti, il nostro essere accoglienti per portare nostro marito a capire quanto può essere leale, autorevole e coraggioso. Insomma portarlo al meglio di se.


Forse, solo ultimamente ho capito perché una delle mie sante preferite è Giovanna Beretta Molla, una donna, una mamma, che ha capito che la vita è un dono prezioso che viene da Dio e che nessuno dovrebbe avere il potere di intaccare. Lei ha dato la vita per suo figlio. Lei ha anteposto il bene e la vita del suo bimbo davanti alla sua! Così ha fatto Chiara Corbella Petrillo, così ha fatto Elisa Lardani! Che donne! Che mamme! che cosa meravigliosa la vita! Che cosa meravigliosa l’amore! Che cosa meravigliosa la vocazione ad essere donne, mogli e madri così semplici ma grandi!

Se ho imparato qualcosa fino ad ora - ho ancora tempo perché avendo 28 anni e se tanto mi da tanto come dice nonna Giuliana ( 88 anni) non si smette mai di imparare - è stato che a qualsiasi cosa il Signore ci mette davanti la parola d’ordine è quella che dicevo prima: “Stacci!”. Si ci devi stare a quello che ti piomba davanti, perché fuggire, nasconderti, ignorarlo non serve a niente.

Commenti

  1. Grazie Giorgia delle tue bellissime parole e della vostra amicizia!

    RispondiElimina
  2. Ti Auguro di realizzare ogni tua aspirazione in questa nuova avventura. Un bacio ��

    RispondiElimina
  3. grazie Giorgia della tua testimonianza, di quella dei tuoi genitori...un inno alla Vita!!

    RispondiElimina

Posta un commento