Ripartire da zero



In questi giorni sta ripartendo il Catechismo nelle varie parrocchie d’Italia. Quest’anno mi è stato chiesto di accompagnare alcuni bambini verso il Sacramento della Prima Comunione.
Devo confessare che provo una gioia immensa. Trasmettere la Fede, parlare di Gesù Pane di Vita, affermare che non siamo mai soli, che siamo il sale di questa terra, insegnare a pregare e far capire che il Vangelo che ci viene letto ogni Domenica è un messaggio fatto apposta per noi quel giorno, perché la Parola di Dio è parola viva. Spero di poter essere all’altezza di questo compito. Tutto ciò mi fa venire in mente quando Cosimo ha iniziato il suo cammino verso Gesù.


Cosimo si è ritrovato con molte domande all’inizio del suo percorso di conversione, che - qui lo dico e ripeterò all’infinito -  non è un cammino che finisce, ma lo descriverei come una camminata sul ghiacciaio del Gloßglockern, (se volete salirci venite a trovarci) impervia e ad ostacoli poiché il maligno è sempre in agguato. Lui tenta, cerca di farti fare scelte contro il tuo bene, contro la tua libertà, cerca di frantumare l’amore tra le persone, arriva a farti pensare che non vali niente che fai fatica per nulla e cosa più grave ti fa pensare che non potrai mai essere santo, non potrai mai essere d’esempio agli altri. Per questo serve la preghiera, per zittirlo, per non sentire il cosiddetto complesso di inferiorità, poi verso chi?


Prima di ripartire da Assisi dopo il Corso Fidanzati, Cosimo andò a parlare con un frate che gli disse che doveva ripartire da zero. Da Gesù.
Doveva capire chi era Gesù per lui. Gli disse di leggere per prima cosa Gesù Zero di Paolo Curtaz. Come seconda cosa gli disse di andare in chiesa e mettersi nella condizione di ascolto, senza pretendere di capire tutto al primo colpo.
Come dice il Curtaz la fede non è sapere e conoscere, non è - solo - frequentare le chiese e pregare, non è fare o non fare qualcosa ma la fede è seguire qualcuno! Roba forte!
In un mondo che ti dice di non fidarsi di nessuno, di contare solo su di te, esiste un vento leggero che ti sussurra all’orecchio di seguirlo, di lasciare tutto il superfluo dietro di te, ciò che credevi ti definisse come persona e seguirlo.
Basta pensare a Pietro, pescatore sul lago di Tiberiade, era lì che aggiustava la sua rete dopo una notte di lavoro infruttuoso e gli si avvicina uno che non conosce e che gli dice: “Lancia la rete a destra” e poi “ Vieni, Seguimi!”. Sta tutto lì in questi verbi di movimento.

E il Signore ha lavorato su Cosimo, lo ha riplasmato e nel Vangelo il giorno della sua Cresima abbiamo avuto la conferma del suo amore per noi: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e poi secca: poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà fatto. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

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