I Fatti Nostri




Certe volte capita che quando dico che ho iniziato a scrivere un blog per raccontare la nostra vita, ci sia qualcuno che mi chiede il perché; “Cosa ti spinge a raccontare dei fatti tuoi?”

La risposta che do è questa, quella che ho scritto come intestazione del blog: ciò di cui c’è bisogno è la luce di una vita, c’è bisogno di raccontare cose belle, di dare testimonianza di una vita vera, fatta di sacrifici ma piena d’amore!
Come dice un frate che conosco, di storie stantie né è pieno il mondo, se volete stare tranquilli e sereni c’è il cimitero! Per dirla come diceva San Giuseppe Moscati: Vivere, non vivacchiare!!

Una delle prime cose che mi viene in mente di dire è che ho ricevuto un dono e che è mio dovere e piacere portare questo dono agli altri.
Quello che mi spinge a raccontare i “fatti nostri” è quella speranza di essere di aiuto, di far sorridere, di far riflettere qualcuno. Scrivo perché voglio condividere con altri la mia vita, perché non è vero che ogni uomo è un’isola, noi non viviamo bene da soli, siamo socievoli, sempre alla ricerca dell’Amore con la a maiuscola che cerchiamo costantemente di riempire con altro, cercando di ingannare la nostra coscienza.

Come sempre mi viene in auto il Signore mettendomi tra le mani un libro che avevo iniziato a leggere parecchio tempo fa, l’autore, un sacerdote, Luigi Maria Epicoco, l’ho conosciuto con un video su youtube dove veniva intervistato dopo il terremoto in Abruzzo. Lui, attraverso i suoi libri, mi fa da padre spirituale a distanza.

Nell’epilogo, presenta un passo degli atti degli Apostoli:

Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta «Bella» a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era quello che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio ed erano meravigliati e stupiti per quello che gli era accaduto.”

Quello che scrive su questo pezzo è davvero quello che penso che un buon cristiano dovrebbe fare, quello a cui aspiro e proprio nelle sue parole ho trovato il modo di spiegare meglio perché scrivo un blog!

Cerco di fare come ha fatto Pietro, accorgersi degli altri: “Un cristiano è innanzitutto uno che si interessa degli altri. Non è uno che interpreta gli altri o le loro vite. Non è uno che da le spiegazioni agli altri, e sopratutto non è uno che passa oltre….Se alcune persone sono dentro la nostra vita, ciò non è mai per caso, non è mai perché noi passiamo oltre.”

Ma sopratutto, non ho molto, quello che ho è Gesù che mi è stato donato, la fede in lui, la luce che porta nella mia vita e attraverso questa luce io vedo la mia vita in modo diverso e so di essere chiamata a darne testimonianza. Racconto quello che mi succede lasciando la porta aperta a chiunque voglia raccontarmi la sua di storia.
Come dice don Luigi non è una questione di forma, ma di sostanza, se vuoi fare un miracolo accorgiti delle persone. Se vuoi fare un miracolo, offri! Siamo chiamati a essere sale, non miele!

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